Sabato nonostante il cielo nuvoloso vado a fare un giro sul baldo in val menon , per chi non conosce il posto diciamo che si tratta di una valle che si apre sopra il sengio rosso, visitata alcuni anni fa alla ricerca di nuove grotte. Allora ne individuammo tre che purtroppo chiudevano poco dopo, una in particolare presentava una forte corrente d’aria aspirante molto promettente si tentò anche una disostruzione con scarsi risultati. Ora ero tornato per rivedere questa cavità, controllo con un fumogeno e l’aria è ancora tanta, sposto anche alcuni sassi ma ci sono dei blocchi troppo grossi per essere eliminati senza il trapano. Tornato a casa informo Sergio b della visita alla grotta e decidiamo di ritornare insieme domenica a rivedere il posto. Domenica mattina si parte per Braga e preparato il materiale saliamo per il sentiero fino alla val menon. Arrivati alla malga non ci si può sbagliare si gira prima a destra poi a sinistra e se non stai attento caschi dentro al buco e invece questa volta giriamo sì a destra ma poi chiacchierando ci siamo distratti un attimo e invece di girare a sinistra andiamo avanti pochi metri ma sufficienti per arrivare ad un’altra spaccatura con cavità. Dialogo: Questo non è il posto dove sono stato ieri, però c’è un buco . ma non è il buco dove dobbiamo andare , però da qui esce aria calda, c’è una grotta e si passa pure. Siamo stati qui tante volte come è possibile che ci sia sfuggita una grotta proprio qui? domanda alla quale non esiste risposta ma questa volta è bastato distrarsi per trovarla. Poniamo gli zaini e andiamo a vedere , le pareti sono ricoperte di muschio mosso dall’aria calda in uscita , ci si infila in un cunicolo si scende sotto un masso e oltre si apre un salone lungo almeno dieci metri largo quattro e profondo circa sei , pareti bianche ricoperte di concrezioni, restiamo a bocca aperta. Sergio scende il pendio per arrivare al fondo del salone da dove partono quattro vie che purtroppo non possiamo esplorare siamo senza tuta e corde. Qualcuno la grotta comunque la conosce all’ingresso abbiamo trovato un secchio , una griglia e altro materiale che ci fa sospettare che i proprietari della malga ogni tanto vengano qui, scopriremo poi che non è così. Usciti da questa grotta andiamo nell’altra a continuare la disostruzione, in meno di mezz’ora demoliamo i blocchi più grossi , ma sotto ci troviamo di fronte a una frana che non promette niente di buono. Usciamo dalla grotta e rientriamo a Braga intanto la temperatura è scesa decisamente, accendiamo la stufa e cominciamo a scaldarci. Consumiamo il nostro pranzo pasquale con due scatolette di simmenthal un vasetto di salsa e crostini avanzati dall’ultima serata avventura fatta a Volta Mantovana, come dolce una fettina di torta viennese, eppure siamo contenti questa nuova grotta ci ha ridato entusiasmo. Alla sera arriva anche il Gabri, aggiornato degli eventi , non ci sono dubbi domani si torna alla nuova gotta. Fuori intanto fa sempre più freddo, sapremo poi che la temperatura è scesa a -2, in Lessinia è sceso qualche fiocco di neve e davanti alla casa di Sergio il prato al mattino è ricoperto di brina. Lunedi di pasquetta soleggiato , una breve colazione e si parte. All’inizio del sentiero incontriamo i proprietari della malga che salgono a trascorrere la giornata in montagna, veniamo così a sapere che non conoscono questa grotta, saliamo insieme chiacchierando di grotte di monti e dell’orso che mangia le loro prugne. Arrivati alla malga ci riposiamo un attimo e poi accompagniamo i proprietari a vedere la grotta. Premetto che queste persone non erano mai state in grotta e questa volta hanno voluto vedere cosa c’era a pochi metri da casa loro, sono usciti entusiasti nel vedere pareti bianche piene di concrezioni. Terminata questa prima fase indossiamo la tuta e andiamo in esplorazione. Giunti alla base del salone le prime tre diramazioni chiudono poco dopo ma la quarta si rivela quella buona. Si passa sotto ad un masso , si supera una strettoia pochi metri in discesa ed eccoci a una seconda strettoia superabile facilmente poi si scende un tratto verticale e ci si trova in un salone ampio almeno tre volte quello che si trova sopra. Troviamo anche tracce di precedenti visite, una scarburata, pali in ferro, una pila piatta abbandonata, un bulbo per i flesh che si usavano negli anni settanta. Qualche speleo è stato qui prima di no, ora si tratta di capire chi è e perchè la grotta non risulta catastata. Risaliti nel primo salone il Gabri si infila tra un masso e la parete sentendo aria , scende e trova un cunicolo che va avanti , c’è del materiale da spostare, terra e sassi ma la grotta continua, siamo stanchi e decidiamo di uscire. Continueremo l’esplorazione la prossima volta. salvio |